Benchè sia difficile stabilire l’epoca dell’edificio, frutto di stratificazioni architettoniche, certamente esso appartiene al sistema di cortine edilizie di origine medievale, dato lo stretto e sinuoso sviluppo longitudinale che caratterizza ancora oggi la struttura.
I lavori di restauro, durati più di due anni, sono stati eseguiti nel pieno rispetto dell’architettura originaria. La qualità dei materiali dei materiali edilizi utilizzati, traspiranti ed ecologici e gli apparecchi di illuminazione a LED hanno permesso di ottenere un cospicuo risparmio energetico nel rispetto dell’ambiente.
Si è inoltre fatto uso dell’essenza di rovere trattato con i cromatismi tipici dei legni sbiancati dall’azione del vento, del mare e del sole recuperati lungo le spiagge del Gargano.
Gli arredi, tutti recuperati in loco, sono originari della pietra calcarea e dei bianchi intonaci recuperati recuperati dalle facciate, sono stati infatti utilizzati per ricostruire i pavimenti della hall e di ogni singola stanza.
In ogni stanza erano presenti vecchi pavimenti di cemento con decori policromi risalenti alla fine dell’Ottociento. Molti mattoni consumati dal tempo erano stati persi irrimediabilmente duante gli interventi di restauro rendendo cosí ogni tentativo di riutilizzo secondo l’originaria texture un vero e proprio rompicapo per vie delle limitate quantità di mattoni a disposizione. In questo caso, il ricordo delle vecchie e povere case di una volta, ove le pavimentazioni ed i rivestimenti murari erano il risultato di recuperi o avanzi di magazzino, suggeriva una delle possibili soluzioni al problema ricomporre i disegni pavimentati come tappeti, uno diverso dall’altro, al centro di ogni singola stanza. È cosí che il limite, confrondandosi con la memoria storica, si trasforma in reinterpretazione.”